
“Dopo aver mangiato la pizza avverto sempre la pancia gonfia”, “non posso mangiare la pasta perché subito dopo pranzo divento sempre molto stanco”, “ i prodotti da forno mi risultano molto difficili da digerire”.
Sempre più spesso i pazienti arrivano ad escludere numerosi prodotti dalla propria dieta, fino a giungere a diete restrittive e sbilanciate senza prima consultare un medico.
Quali sono dunque le patologie nelle quali è necessaria una dieta senza glutine?

Le principali condizioni patologiche legate all’ingestione del glutine possono essere scatenate da tre principali meccanismi: l’allergia, nel caso dell’allergia al grano, l’autoimmunità come nel caso della nota Malattia Celiaca e delle meno conosciute atassia da glutine e dermatite erpetiforme e meccanismi non autoimmuni e non allergici come nel caso delle Gluten Sensitivity.
I pazienti affetti da patologie glutine correlate solitamente presentano sintomi gastrointestinali quali per esempio stitichezza o diarrea, pancia gonfia e dolore addominale nelle ore successive ad un pasto contente glutine ma possono sviluppare anche sintomi extra-intestinali quali per esempio stanchezza, sonnolenza post-prandiale, cefalea, dolori articolari o muscolari, anemia, alterazioni della fertilità e del ciclo mestruale nella donna e in particolari categorie, come in età pediatrica, arresto della crescita staturo-ponderale.
La rimozione del glutine dalla dieta determina, solitamente, la riduzione o la scomparsa di tale sintomatologia con il ripristino del benessere psicofisico generale del paziente. Nel caso dell’ allergia al grano possono essere ovviamente presenti anche tutti i tradizionali sintomi legati all’allergia stessa quali per esempio orticaria, angioedema, asma, rinite allergica, oltre a manifestazioni gastrointestinali ed extra-intestinali meno specifiche.
Come abbiamo visto, le varie patologie glutine correlate possono presentarsi con sintomi molto simili e sovrapponibili ed è pertanto opportuna una valutazione specifica al fine di poter riconoscere le varie condizioni eseguendo esami ematochimici e/o strumentali durante un regime dietetico libero (quindi contenente glutine). Tutti i tentativi dietetici di riduzione o eliminazione del glutine dalla dieta prima di una corretta valutazione specialistica rischiano di rendere difficoltoso l’iter diagnostico-terapeutico ritardando così una corretta diagnosi e una celere terapia.