
Quanti di voi hanno sentito parlare o hanno avuto modo di provare sulla loro pelle la ormai famosa Tecar Terapia?
Tanti, ma per chi ne è estraneo si tratta di uno dei macchinari ad oggi più utilizzato in ambito fisioterapico. Mi
piace definirla un ‘velocizzatore’.
A prescindere infatti dalla modalità di utilizzo quello che accade nel corpo durante l’utilizzo è proprio uno stimolo di tutti quei processi che già avvengono nei nostri tessuti nelle nostre cellule, ma che per un motivo od un altro, sono come rallentati, magari a favore di un aumento di quelli che definisco negativi, degenerativi.
Fornisce dunque un equilibrio migliore al sistema corpo nella zona trattata, promuovendo la guarigione.

E allora, va bene sempre e per tutto? La risposta è sì, e no. In teoria, salvo controindicazioni particolari, è un valido aiuto sia in ambito preventivo (ad esempio sportivo) come dopo una lesione acuta (tendina, muscolare, ecc), sia per patologie articolari croniche nella gestione di infiammazione edema e dolore.
Ogni volta le specifiche di trattamento saranno naturalmente diverse, così come la percezione da parte del paziente del calore interno generato.
Ma ricordatevi: dietro ad un buon strumento ci deve sempre essere un professionista qualificato che possa gestire al meglio il trattamento e che soprattutto sappia inquadrarlo all’interno di una visione più ampia in cui non si tratta solo il sintomo o la zona dove vi è dolore, ma si vada a cercare la causa degli stessi, aiutandosi se necessario anche con altre metodiche (manuali e non). Solo così gli effetti della Tecar saranno quanto più ottimizzati.