
La miocardite è una malattia infiammatoria del cuore caratterizzata da ampia eterogeneità di presentazione ed evoluzione, e da un profilo di rischio differente a seconda dei casi.
Le manifestazioni della malattia sono pertanto variabili da modesti danni miocardici, talvolta anche senza sintomi, a quadri più lievi che – nei casi più estremi – con gravi problemi di salute che possono arrivare alla morte del paziente.
Solo a titolo semplificativo l’espressività clinica della miocardite si può ricondurre a manifestazioni di scompenso cardiaco di diversa severità e/o disturbi del ritmo cardiaco di varia complessità e/o dolore toracico di tipo pericarditico o anginoso.

Quali sono le cause della miocardite?
La miocardite è comunemente causata da agenti virali, ma può essere anche batterica, fungina o parassitaria. Può essere dovuta a cause non infettive, come farmaci o vaccini o malattie infiammatorie croniche, o può essere legata ad agenti tossici o complicare un trapianto cardiaco.

Complessivamente questa patologia interessa circa 10-20 soggetti su 100.000 della popolazione generale.
Come si fa la diagnosi di miocardite?
La valutazione clinica e le indagini strumentali non invasive (storia clinica, elettrocardiogramma, ecocardiogramma, risonanza magnetica del cuore) sono fondamentali nell’identificazione dei casi sospetti e, nei casi accertati, nella stratificazione del rischio.
Miocardite da Covid-19: cosa dicono gli studi
Ha destato nuovo interesse e preoccupazione la segnalazione di casi correlati sia alla pandemia attuale da coronavirus (COVID-19), sia alla vaccinazione, in particolare con vaccino mRNA Pfizer e Moderna.
La miocardite in pazienti con COVID-19 è più frequente nei casi di grave polmonite; mediamente, nei pazienti ospedalizzati è presente un danno miocardico in 1 paziente su 3. Inoltre si è visto che la mortalità è maggiore quando il danno miocardico è più esteso.
In una recente gruppo di pazienti non anziani ospedalizzati 2,4 soggetti ogni mille ricoverati per COVID-19 hanno sviluppato una miocardite con grave quadro clinico in circa la metà dei casi; 1 paziente su 5 è deceduto o ha avuto necessità di trattamenti terapeutici avanzati. In un registro di pazienti giovani non ospedalizzati un’infiammazione del cuore è stata documentata nel 2% circa dei casi, con guarigione completa.
Vaccino mRNA e Miocardite
In merito ai casi di popolazione vaccinata contro il COVID 19, l’incidenza e la gravità di miocardite/pericardite è minore in modo sostanziale. Il Sistema di Registrazione degli Eventi Avversi da Vaccino registrava al giugno 2021 1226 casi probabili di miocardite e pericardite a fronte di circa 300 milioni di dosi somministrate (circa 4,8 casi per milione di dosi).
La malattia si è manifestata in soggetti giovani e per lo più maschi, dopo la seconda dose, con segni e sintomi mediamente a 3 giorni dalla vaccinazione e con esordio un po’ più precoce della miocardite rispetto alla pericardite.
Una recente analisi condotta in 2.000.287 pazienti di 40 ospedali americani e vaccinati con almeno 1 dose di vaccino, la miocardite si é verificata in 1/100.000 soggetti, la pericardite in 37/100.000, più frequentemente nei giovani maschi (età media: 36 anni), e con esordio più precoce della miocardite (in media 3,5 vs 20 giorni)
Per concludere, la miocardite in corso di pandemia e/o vaccino-correlata è un evento raro, colpisce più frequentemente e con maggior gravità i pazienti ospedalizzati, ha incidenza e gravità minori in soggetti vaccinati che hanno concluso il ciclo vaccinale, con benefici che sicuramente superano i rischi potenziali.
D’altra parte va mantenuto un atteggiamento prudenziale in pazienti con episodio pregresso ( < 6 mesi) o persistente di miocardite/pericardite.
Spetta in ogni caso al Medico Curante decidere i più opportuni percorsi diagnostici.
Bibliografia
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JAMA Cardiol. doi 10.1001/jamacardio.2021.2065
JACC 2020; 76: 533-546
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